In Adolescenza – Il Volo, Teresa Matilde restituisce con straordinaria sensibilità la tensione tra il desiderio di libertà e la fragilità dell’età adolescenziale. Il volto del giovane, protagonista dell’opera, emerge da una superficie pittorica ricca di materia e segnata da velature e screpolature, come se l’identità fosse ancora in fase di definizione, fragile e in continua evoluzione.

Lo sguardo è rivolto verso l’alto, evocando un anelito verso qualcosa di più grande, forse un sogno, un futuro ancora incerto ma carico di possibilità. L’uso di una palette cromatica calda, con tonalità di ocra, terra e grigi sfumati, contribuisce a creare un’atmosfera sospesa tra il passato e il divenire, tra la radice e l’aspirazione al volo. Le crepe e le sovrapposizioni di colore amplificano questa sensazione di transizione, suggerendo che la crescita è un processo che porta con sé inevitabili fratture e ricostruzioni.

Matilde riesce, attraverso la materia pittorica, a rendere visibile l’invisibile: l’incertezza, la speranza, la lotta interiore di chi sta cercando il proprio posto nel mondo. Il titolo Il Volo suggerisce un movimento potenziale, un salto non ancora compiuto, ma che si avverte imminente. L’adolescenza qui non è solo un’età, ma uno stato d’animo universale, un momento in cui il passato si sfalda e il futuro comincia a prendere forma. L’opera si fa così specchio di una condizione esistenziale, invitando lo spettatore a riconoscere in essa la propria personale esperienza di crescita e cambiamento.