La serie Lacerti di Teresa Matilde è un’indagine poetica sulla memoria e sulla stratificazione del tempo, che si manifesta attraverso un raffinato equilibrio tra materia e assenza. Queste opere evocano frammenti di superfici consunte, vestigia di narrazioni perdute che riaffiorano sotto forma di lacerti, ovvero scampoli di un passato che si fa presente attraverso la pittura e il gesto artistico.

Matilde lavora con una tecnica che fonde elementi della pittura materica con suggestioni archeologiche, restituendo visivamente un processo di deterioramento che è anche rinascita. La scelta cromatica, improntata su tonalità terrose, ossidate e calcinose, rafforza l’idea di una materia viva, corrosa dal tempo eppure capace di trasmettere una vibrante energia tattile. Le superfici, apparentemente erose e lacerate, sembrano respirare, come se conservassero ancora la voce degli strati sottostanti.

Il concetto di frammento, centrale nella ricerca artistica dell’autrice, si lega a una riflessione più ampia sulla transitorietà e sulla persistenza delle tracce. In Lacerti, il passato non è un’immagine statica, ma una presenza fluida che dialoga con il presente attraverso segni, velature e aperture che suggeriscono un oltre.

Queste opere trovano la loro forza nella tensione tra la delicatezza della memoria e la brutalità dell’oblio, offrendo allo spettatore non solo una percezione estetica, ma anche un’esperienza sensoriale e concettuale densa di rimandi. Lacerti non è soltanto una serie di opere, ma un viaggio attraverso il tempo e la materia, un invito a decifrare ciò che resta e a immaginare ciò che è andato perduto.