Madame Butterfly

In Madame Butterfly, Teresa Matilde traduce in pittura un universo di emozioni sospese, evocando la delicatezza e la fragilità dell’animo femminile con una straordinaria intensità visiva. Il volto della donna, sfumato e quasi evanescente, sembra emergere dalla materia pittorica come un ricordo impresso nel tempo, un frammento di identità destinato a dissolversi nella luce.

L’artista utilizza una palette cromatica eterea, giocata su tonalità pastello e accenti dorati che conferiscono all’opera un’aura sognante e malinconica. Le pennellate morbide e le trasparenze suggeriscono una dimensione interiore fatta di desideri, attese e struggimenti, rievocando il dramma lirico dell’eroina pucciniana a cui il titolo rimanda. La figura femminile sembra fluttuare tra la realtà e il sogno, tra la presenza e l’assenza, incarnando la poesia della transitorietà.

Il volto, con uno sguardo che sfiora lo spettatore senza mai rivelarsi del tutto, diventa il simbolo di una bellezza effimera, di una dolcezza velata da un destino incerto. L’artista Teresa Matilde non dipinge solo un ritratto, ma costruisce un’atmosfera emotiva, un racconto visivo che parla di amore, attesa e sacrificio. L’opera diventa così una meditazione sulla fragilità dell’esistenza e sulla struggente bellezza dell’impermanenza.

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