In quest’opera, Teresa Matilde affronta il tema dell’adolescenza attraverso una rappresentazione intensa e vibrante, dove la fragilità dell’età di transizione si mescola a una profonda carica emotiva. Il volto del giovane emerge da una superficie pittorica segnata da texture materiche, come se la sua identità fosse ancora in fase di definizione, sospesa tra il passato dell’infanzia e l’incertezza dell’età adulta.

L’espressione, velata da una malinconia trattenuta, suggerisce un’interiorità complessa, uno sguardo che sembra interrogare il mondo con una consapevolezza precoce. Le tonalità cromatiche, dominate da sfumature terrose e ocra, evocano una dimensione arcaica e atemporale, mentre le crepe e le sgranature della superficie rimandano alla vulnerabilità del soggetto, quasi fosse un affresco consumato dal tempo.

Matilde utilizza la materia pittorica per dare corpo a un sentimento di transitorietà: l’adolescente non è ancora una figura pienamente definita, ma un’entità in trasformazione, in bilico tra la dissoluzione e la costruzione di sé. Il risultato è un’immagine di rara intensità, capace di trasmettere allo spettatore un senso di empatia e riflessione sulla delicatezza e la potenza di questa fase della vita.