Con le mani nella terra
Ascolto il fremere
Dell’erba che cresce
La pelle assorbe
Sensazioni antiche
Un suono morbido
E avvolgente
La voce madre del tutto
Come stormi prostrati
Per gli infiniti
Disegni tracciati,
Viviamo
Sulle orme scomparse
Del nostro deserto,
Anime perse,
Talvolta ci incontriamo
Nel nero di notti Stellate
Disfi d'ogni finzione
Il volo spicchiamo
Con ali tremanti
Per la vertigine imminente
Nel buio
uno spiraglio,
Fenditura di luce
Tra un universo
E l’altro
Spaccatura
Spazio tempo
Frazione
Rifratta
Da sguardo
A sguardo
Cresce lento l’alito della vita
Dalle radici alla cima dell’albero
Di ramo in ramo
Dalla terra più profonda
Si innalza verso il cielo
Un concerto di suoni si espande
Dal bosco intorno,
Acqua che scorre sui sassi
Frullio di ali e gracchiare di cornacchia
Formano un’unica sinfonia
Sensazione di stupore
Potessi decifrare
Il segreto del creato,
In fondo parliamo la stessa lingua
Ho tracciato un percorso
Ho tracciato un percorso
memorie tra luce e ombre
Colori di sabbia e pietra
Di legno lavato dal mare
Naufragio di chissà quale viaggio
Torna a marcare il mio passo
invita a una danza antica
Mai del tutto dimenticata
Quanta bellezza in questo cielo
Quanta bellezza in questo cielo,
mare sospeso tra voli di gabbiani
e strappi di nuvole senza peso
Pensieri che gocciolano come lacrime
da un occhio solo, il sinistro, poiché
il destro, feroce, cerca una ragione
di tanto sconquasso in una azzurrità
così soave e calma e tranquilla
Accanto passa il lampo di un treno vuoto
Chiusa è la notte
fuori dalla finestra.
Preme fra le fessure
delle buie imposte,
Vibrante il canto
di un pianoforte
spande nella stanza
note di calda luce
Sottomesse le paure
il cuore si incanta.
Il tuo nome
Il tuo nome
parlerà di te
sarà il suono
dell’anima tua
sussurrato
dal respiro
alito di vento
colmo d’amore
seguirà,
ombra gentile,
l’ombra tua
il tuo spirito
il tuo incarnarsi
nella luce
Avvolta dal sommesso fruscio
prodotto dagli elettrodomestici
e dal ticchettio finissimo del
mio Swatch, mi sforzo di
capire la voce della mia anima.
Cosa mi vuole raccontare?
Distinguere è assai difficile.
Domani si vedrà; Vivere così
giorno per giorno e intanto
accettare la caducità della vita.
Vento, padrone del cielo
t’odo preparare la tua rincorsa
e da refolo trasformati
in folata dispettosa.
Agiti la chioma degli alberi,
mi scompigli i capelli,
giochi con i tuoi balocchi preferiti:
pezzi di carta qua e là raccattati,
che tu fai vivere come farfalle impazzite.
Poi d’un tratto tutto si acquieta
E già nell’aria si sente la tua mancanza.
C'è nella casa del mattino
odore di sonno intessuto
dei sogni della notte,
immobile tutto mi appare
intorno e addormentato
del sonno delle cose
Vedo Le mie ossa
come conchiglia
di madreperla
sulla sabbia
posate
Sono Terra, Zolla, Carbone
Sprofondata in una densa negritudine
Che raschio e scavo consumandomi
Vado verso un altrove
che non so immaginare
abbandonare questo tepore
Mi fa fremere di paura
Eppure qualcosa sospinge
contorce scrolla espelle
Volti che guardano.
maschere rivolte
verso la scena della vita
Sono io o sono gli altri
quelli che si uccidono
o amano odiando
Ci si incontra e gli sguardi
quasi scivolano via
siamo chiusi in una bolla
di egoismo inchiodati
agli schemi di sempre
Nel mare
rocce di corallo
hanno occhi
Scrutano
profondità
Ove si intrecciano
destini e speranze
Racchiuse
in un oscuro scrigno
Potrà mai
la Luce
svelare la vostra verità?
Scriverescrivere e riscrivere
paroleparole e parole
dense di significati
che vanno oltre il mero sentire
Sentiresentire e risentire suoni
che evocano altri suoni
Respiro che si fa canto
Cantocanto canti
e l'anima si invola
In questo mare che respira con me
sprofondo al ritmo del suo cuore
racchiusa in una bolla di ancestrale memoria
Le mie mani chiuse a coppa sul tuo viso,
tremanti ali di farfalla ansiose
di carpire al tempo che scorre
le sensazioni del nostro bacio.
Sera rosata, di serenità
mi pervadi l’anima.
Adagi tranquilla il tuo
lungo manto sopra ogni cosa
E velo dopo velo
accendi il cielo di blu.
Allora il mio cuore sorride
lasciando che le pene
s’acquietino per un po’
Giovane uomo
ancora ragazzo
un poco bambino
Un vecchio ti vedo
con gli occhi della mente
Trina d’acqua
Che il soffio gelido
dell’inverno ha teso
fra steli d’erba protesi
a reggere la tua
magica architettura.
Muta ti guardo cercando
di cogliere ammirata
il segreto che si cela
nello scintillio giocoso
di mille stille di luce
Panni stesi ad asciugare al vento,
vuote camice si sbracciano
inutilmente al saluto.
Pantaloni guizzanti sgambettano
una danza sgangherata,
gonne gonfie e roteanti,
meduse sperse nell’aria,
cercano una musica che non c’è.
Involucri di involucri
Un vecchio,
figura sghemba
presa in prestito alla vita,
sulla via di casa
s’avanza.
Solo come solo è
chi sta dinnanzi
all’infinito.
Stamane il cielo s’è vestito di grigio
E greve di stille d’acqua
s’avvicina alla terra riarsa.
Folate di vento umido scuotono
i rami ansiosi degli alberi
già carichi di piccole foglie.
C’è aria di autunno in questa primavera.
Una donna seduta al tavolo di cucina
guarda fuori dalla finestra case e case
Una dietro l’altra in prospettiva
sino al monte che laggiù si staglia
Ove un piccolo paese sta arrampicato
ed in cima alla stradina una casa
tutta sola e una finestra uguale a quella
E una donna come quella
che si guarda e non lo sa
Il giorno filtra silenzioso
tra le persiane, si insinua
dolcemente tra le mie palpebre
donandomi lo stupore
della vita che continua.
Vorrei dipingere la mia casa
dell’azzurro di Provenza
che ha quel tanto di grigio
che d’estate non ti fa
scordare l’inverno
E d’inverno ti fa
sperare nell’estate.
La percezione
del vuoto esistenziale
è opprimente.
Fuochi nella notte
Scoppi di luce tra le stelle
Tuoni assordanti di mille colori.
Bianca vela
Ad accogliere il vento….
Vuoto che si fa pieno
Avanza sul cobalto Egeo
La sintesi di due mondi.
Nella quiete delle cose d’attorno
che attonite mi guardano,
io cerco il senso dell’attimo
che sto vivendo.
I miei pensieri non volano più
con ali rapide di rondini
che sfrecciano blu verso il mare
vibrante di schiuma
per ritornar di slancio al sole.
Con angolosi voli nel buio della notte,
rasenti gli alberi neri,
come ciechi pipistrelli
essi si agitano nella mia mente
Lunga è la strada
Che conduce
Alla montagna
Non spegne
Il tuo sorriso
Il vento che
Soffia contro
Avanzi a passi
Guardinghi
Da gatto testardo
Verso il suo
Richiamo
Nel mare
Rocce di corallo
Hanno occhi
Scrutano
Profondità
Ove si intrecciano
Destini e speranze
Racchiuse
In uno oscuro scrigno
Potrà mai
La luce
Svelare la vostra verità?
Come un geranio
Dimenticato
In inverno
Sul balcone
Guardo smarrita
Le navi su un mare
Sazio di nuvole
Cantano un saluto
Che echeggia
Fino all’ultimo borgo
Arrampicato sui monti
Dove tra aromi salmastri di
Rosmarino sfioriscono
Gli hibiscus
Ma ingoiando
Uno spicchio
Di sole risplendo
A sera su quel balcone
E vedo le mie ossa
Come conchiglia
Di madreperla
Sulla sabbia
Posate
Volti che guardano
Maschere rivolte
Verso la scena della vita
Sono io o sono gli altri
Quelli che si uccidono
O amano odiando
Ci si incontra e gli sguardi
Quasi scivolano via
Siamo chiusi in una bolla
Di egoismo inchiodati
Agli schemi di sempre
Sono Terra, Zolla, Carbone
Sprofondata in una densa negritudine
Che raschio e scavo consumandomi
Vado verso un altrove
Che non so immaginare
Abbandonare questo tepore
Mi fa fremere di paura
Eppure qualcosa sospinge,
Contorce, scrolla, espelle